Di gusci vuoti, con poco spazio
“Avevo smesso di vivere perché faceva troppo male” mi aveva detto.
Io non capivo, come poteva? Come poteva scegliere di rimanere ferma mentre tutto il resto andava avanti? Ero arrabbiata, delusa, disgustata.
Tutto quello che desiderava era là fuori, le sarebbe bastato allungare una mano e prenderselo.
“Non avevo forza nemmeno per alzare la testa, non certo per allungare una mano”.
Inaccettabile. No. Mai. Io mai…mai più.
La verità è che ero spaventata. Spaventata a morte che ci si potesse sentire così. E poi successe di nuovo.
Ci sono tipi di arte che si fanno per sé stessi, per esigenza, per sopravvivenza.
Ce ne sono altri che si fanno per le altre persone. Ma cosa succede quando perdi ogni tipo di fiducia nelle persone? Quando le delusioni, i tradimenti, le cattiverie, ti portano a vederle solo come ostacolo alla tua libertà.
A quel punto non aveva più senso fare nulla se non chiudermi nel mio guscio un’altra volta, sperando che lei, quella che avevo insultato per essere stata così male, mi facesse un po’ di posto.
Era di nuovo tutto buio, ero di nuovo lei. Ma in due, questa volta, ci saremmo tenute compagnia.
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